Una delle realtà più complesse che abbiamo realizzato e successivamente curato nella sua evoluzione nasce come semplice rete aziendale basata su tre server nella sede centrale e sei server indipendenti distribuiti nelle sedi periferiche.

Nel corso degli anni, l’avvento di connettività adeguata e sistemi operativi più moderni ha consentito l’accorpamento del tutto in un dominio geografico interconnesso. Il contesto operativo (gestionali, posta elettronica, documenti…) è stato progressivamente centralizzato, e così il lavoro dalle sedi periferiche, tramite la tecnologia Remote Desktop, lasciando in locale la sola navigazione Internet per maggiore efficienza, comunque regolata da proxy.

Abbiamo compiuto un passo significativo introducendo tecnologie di virtualizzazione, in un periodo in cui queste erano ancora sperimentali. Una scelta allora quasi pionieristica, tanto che la stessa Microsoft Italia diede spazio ai nostri progetti di questo periodo nell’ambito del programma IT Pro Momentum pubblicandone i dettagli nel giugno 2007 con il nome di VirtualCED.
In un secondo momento abbiamo portato con successo questa tecnologia in cluster, cosa ancora più pioneristica per quei tempi, e questo progetto ha meritato a sua volta un articolo pubblicato sul Technet nel dicembre 2008 con il nome di VirtualCED Clustered.
In seguito, Microsoft ha completato il tutto con interviste filmate pubblicate allora sul sito dei blog di Microsoft Technet.

La scelta forte della virtualizzazione si è concretizzata migrando tutto su tecnologie moderne con Windows Server 2008 R2 e Hyper-V, che ha confermato e potenziato fortemente anche la scelta di high availability tramite cluster.
L’indipendenza dall’hardware ha finalmente permesso una decisa evoluzione anche della struttura logica, con l’attuazione di sistemi di server front-end in load balancing.
Solo una minima parte dei server è rimasto in fisico, ove l’hardware disponibile non avrebbe reso conveniente una soluzione virtuale.

La fase di sviluppo successiva inizia a fine 2013, con l’adozione dell’innovativa tecnologia hardware IBM Flex, evoluzione della tecnologia Blade, e la versione più recente di Hyper-V legata a Windows Server 2012 R2.
Con il nuovo hardware disponibile la virtualizzazione della struttura diventa pressoché totale: meno server fisici, singolarmente con più core a disposizione, molta più memoria, riprogettazione di un cluster maggiormente distribuito, nuove features offerte dalla base software più aggiornata disponibile al momento dell’installazione.


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L’articolo originale VirtualCED pubblicato sul Technet si può scaricare dal sito Microsoft; in alternativa una copia è scaricabile da questo sito.
Anche la fase due del progetto, VirtualCED Clustered, è scaricabile dal sito Microsoft oppure da questo sito.

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Postato il

5 Aprile 2017